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Concordo….Virgo ha fatto una interpretazione eccezionale.
Partiamo da un paradosso. Il miglior film del 2018 non esiste. Il 2018 è stata un’annata cinematografica abbastanza modesta, che non rimarrà negli annali se non per fattori extra-cinematografici (e ora ci arriviamo). Figuratevi che, per chi scrive, il miglior film del 2018 non è (tecnicamente) un film, nel senso che è andato direttamente su Netflix avendo, negli Usa, solo un’uscita tecnica in alcune sale proprio per concorrere all’Oscar: si tratta di “The Ballad of Buster Scruggs”, la meravigliosa (sempre per chi scrive…) silloge western dei fratelli Coen. Film che, sarà bene ribadirlo, è prodotto da Netflix, mentre “Roma” di Alfonso Cuaron non lo è: “Roma” era già in avanzata fase di pre-produzione quando Netflix è subentrata come piattaforma che l’avrebbe programmato, quindi è (di nuovo, tecnicamente) il distributore di un’opera prodotta altrove. Ma bastano, questi dettagli produttivi (sia pure importantissimi) per decidere che “The Ballad of Buster Scruggs” non è un film, che “Roma” è un film a metà e che invece, che so, “Green Book” o “Bohemian Rhapsody” sono film-film? Secondo noi no. Secondo noi sono tutti film, fruibili in modo diverso: e sarà bene abituarsi a questa idea, perché se ci abituiamo il cinema avrà un futuro, se invece la rifiutiamo il cinema-cinema visto solo in sala ha le ore contate.