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Il 10 dicembre del 1948 il Palais de Chaillot, un imponente edificio neoclassico nel cuore di Parigi, è al centro della cronaca internazionale. Il secondo conflitto mondiale è terminato, ma l’orrore della Shoah e delle bombe atomiche è ancora fresco nei ricordi di popolazioni e capi di Stato. La terza assemblea dell’Onu si riunisce per votare la Dichiarazione universale dei diritti umani, a presiederla è l’ex first lady Eleanor Roosevelt. Il documento è il risultato di un processo iniziato nel Diciottesimo secolo, all’indomani delle rivoluzioni americana e francese. Con un preambolo e trenta articoli, 48 Stati mettono nero su bianco un principio fondamentale, fino ad allora rinnegato dai vari dittatori del Diciannovesimo secolo: ogni uomo, donna o bambino è titolare di una serie di diritti universali inalienabili, che nessuno Stato può negare…