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La banca svizzera è nel mirino delle autorità transalpine secondo cui avrebbe aiutato cittadini francesi ad evadere il fisco dal 2008. La replica: “Siamo in regola dal 2014, tutti i nostri correntisti sono noti”

di FRANCO ZANTONELLI

LUGANO – La magistratura francese ha scoperto un nuovo colossale caso di evasione fiscale con al centro la banca svizzera Ubs sospettata di aver aperto 38mila conti in nero, intestati ad altrettanti cittadini transalpini. Relazioni bancarie che sarebbero iniziate a partire dal 2008, per un ammontare di 12 miliardi di euro. “Si tratta di conti eterogenei, visto che vanno dai 1.000 euro ai 60 milioni”, ha scritto il settimanale francese Le Point, il quale ha dato la notizia dell’inchiesta, condotta da due magistrati parigini, Guillaume Daïeff e Serge Tournaire. Entrambi con già alle spalle altre indagini a carico dell’istituto di credito elvetico.

In realtà, dietro questo nuovo affaire giudiziario, che vede protagonista Ubs in Francia, c’è un’operazione messa a segno dagli agenti del fisco tedesco. Durante una perquisizione, effettuata nei locali di una succursale della banca svizzera, in Germania, è stato rinvenuto del materiale informatico ritenuto di interesse per gli inquirenti francesi. Questo perché si riferiva a conti i cui ultimi tre numeri di riferimento terminavano con la cifra 111. Quella, appunto, utilizzata da Ubs per contrassegnare i propri clienti transalpini. Di qui la decisione di investire del caso i giudici istruttori Daïeff e Tournaire che avevano iniziato le indagini sulla grande banca svizzera nel 2012. Scoprendo, tra l’altro, un curioso sistema di contabilità occulta, denominato “La fraude des carnets du lait”, ovvero la frode dei taccuini del latte, impiegato dai gestori patrimoniali dell’istituto per annotare il flusso di capitali da parte della clientela francese.

In sostanza lo stesso metodo utilizzato dagli allevatori per registrare le quantità di latte prodotte dalle loro mucche. Il richiamo al panorama agreste non ha, tuttavia, evitato i guai ad Ubs. Giusto due anni fa la giustizia francese, accusandola di riciclaggio e frode fiscale, le impose una sanzione di 1,1 miliardi di euro. Ora la nuova tegola dei 38 mila conti in nero. Una vicenda che il presidente di Ubs France, Jean-Frédéric De Leusse, tende a relativizzare: “Dal 2014 siamo in regola e non abbiamo più conti non dichiarati. I nomi di tutti i nostri clienti sono noti alle autorità fiscali francesi”.